
Valentina Silvestri Ostetrica
Domiciliare
Ancona e provincia




SIGNIFICATO DEL DOLORE DEL PARTO
Il parto fisiologico è legato all'esperienza del dolore.
Il parto fisiologico sta scomparendo oggi e il dolore fa paura, la responsabilità di questo è nelle nostre condizioni sociali di vita: ritmi frenetici, l'obbligo all’efficienza sempre, la competizione, il successo , la soddisfazione immediata di bisogni e desideri, il rifiuto del disagio e della sofferenza, dei risultati imperfetti, ecc. lasciano poco spazio all'ascolto, al sentire, all'atteggiamento di "attacco", cioè dell'andare incontro a difficoltà e problemi.
Una delle caratteristiche più salienti del travaglio fisiologico, e del dolore è la ritmicità. Un ritmo è fatto di alti e bassi, di accelerazioni e rallentamenti, ed è individuale, ovvero il suo andamento è dettato dalla personalità e dai vissuti della singola partoriente. Vediamo insieme il perché del dolore del parto, e perché è così importante…
Le funzioni fisiche del dolore
Il dolore è guida attraverso il parto, è protettore di madre e bambinoLa funzione fisiologica del dolore è quella di proteggere il corpo da danni, mandando un segnale d’allarme riferito ad un aggressione in atto, di modo che l’aggredito possa agire per sottrarsi all’aggressione. Dal momento che il parto è un evento fisiologico, il dolore sembra un paradosso, ma in realtà la donna, per dare vita ad un’altra persona deve andare contro il proprio corpo, deve subire un “attacco” viscerale da parte del bambino, che va contro l’ autoconservazione. Un attacco contro la sua integrità mette in allarme il corpo, segnala con il dolore il pericolo e produce fisiologicamente delle reazioni di difesa Il parto in un certo senso rappresenta una lotta tra autoconservazione e abbandono. Il processo di apertura dei propri visceri, della forte pressione sulle articolazioni e i nervi sacrali di fatto non è esente da pericolo, né per la madre, né per il bambino, e quindi il dolore è una preziosa guida nel segnalarli e dare modo alla donna di correggere attraverso l’azione la situazione. La risposta fisiologica al dolore è il movimento. La libertà di movimento permette alla donna di assumere istintivamente le posizioni più antalgiche, che sono quelle di minor resistenza e compressione, proteggendo sé stessa da danni al bacino, al collo dell’utero, al perineo, il bambino da malposizioni ed eccessiva compressione della sua testa, diminuendone lo stress e il suo dolore.
Il dolore come stimolatore endocrino
La stimolazione del collo dell’utero provocata dai movimenti fetali attivi stimola un primo livello di ossitocina con un'attività contrattile dei prodromi ancora irregolare e incostante. Per passare al travaglio attivo con le sue contrazioni regolari ed efficaci occorre un’ulteriore stimolo regolare ad una costante e crescente produzione di ossitocina. Questo stimolo è dato dal dolore intermittente. Il dolore mette la donna momentaneamente in una situazione di stress acuto al quale risponde con un picco di produzione di catecolamine chenprovocano una risposta ossitocica e stimolano contemporaneamente la produzione delle endorfine, innescando così un aumento graduale dell’attività contrattile accompagnato da una crescente capacità di tolleranza al dolore. L’intermittenza del dolore diventa allora fondamentale,in quanto il rilassamento completo tra una contrazione e l’altra permette il reinstaurarsi di una situazione di calma profonda libera da stress preparando l’organismo della donna al prossimo dolore. Un altro aspetto importante del dolore come stimolatore endocrino riguarda la produzione delle endorfine. La funzione delle endorfine non è solo quella di diminuire la percezione del dolore, ma le endorfine producono nella seconda fase della dilatazione uno stato alterato di coscienza, o uno stato ipnoide che permette alla donna quell’abbandono così totale del proprio io, dei propri confini che la porta alla dilatazione completa, alla totale apertura di sé; la rende disponibile a separarsi dal suo bambino per poterlo accogliere con gioia.
Le funzioni psichiche del dolore
Il dolore è espressione della separazione. Uno dei vissuti emotivi più intensi durante il parto è la necessità di separarsi dal bambino, da un bambino che è contemporaneamente altro e parte integrante della donna, bambino immaginario, fantastico e bambino reale. La separazione da una parte di noi, o da qualcuno che ci sta molto vicino, è sempre dolorosa, difficile, spesso involontaria. Nel caso del parto la nascita è contemporaneamente desiderato e temuto, vi grava anche l’aspetto dell’incognita del bambino reale. Meno il bambino è stato conosciuto durante la gravidanza e più difficile sarà il processo. Il dolore ha la duplice funzione di spingere la donna nella direzione del distacco senza possibilità d’indugio, direzione nella quale volontariamente forse non andrebbe ma contemporaneamente il dolore stesso è l’espressione e “lo sfogo” della sofferenza emotiva data dalla separazione.
Le funzioni affettive
Gli alti livelli di endorfine prodotte e la totale apertura della propria parte emozionale profonda creata dal dolore mettono la donna in uno stato cosìdetto sensitivo al momento della nascita del bambino. E' completamente aperta e orientata sul bambino, con tutti i suoi sensi e istinti . Lo stato sensitivo si avvicina molto allo stato dell'innamoramento e infatti natura prevede che la mamma s'innamori del suo bambino affinché se ne prenda cura con piacere. Infatti il piacere nell'avere e curare bambini nasce proprio dal dolore fisiologico, insieme alla voglia di ripetere l'esperienza.
Il dolore come elemento del processo di trasformazione personale
Affrontare il dolore crea paura, angoscia, sostenerlo attraverso tante ore mette alla prova la propria forza individuale, quindi il dolore crea una vera e propria crisi esistenziale, mobilita tutte le risorse emotive della donna, riaccende vecchi “focolai” dando la possibilità di scaricare antichi dolori, e porta la donna ai suoi estremi limi ti sino a darle l’impressione di aver dato fondo a tutte le sue possibilità; questo momento rappresenta l’abbandono e le permette di fluire con le forti energie del suo corpo. Questo incremento della forza personale attraverso un’esperienza del limite rappresenta la crescita necessaria per poter passare dall’essere donna all’essere genitore